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Un ricordo diventa una persona vera, un'immagine tenuta per anni nella mente si tramuta in carne, e le certezze di ciò che si era creduto possibile si scontrano con le circostanze di una realtà diversa e inaspettata. Appuntamento a Liverpool, quarto lavoro di Marco Tullio Giordana, parte proprio da un ricordo, doloroso e incancellabile, che ha origine nella tragica sera del 1985 quando, prima della finale di Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool, morirono 39 tifosi italiani. Isabella Ferrari interpreta la figlia di una delle vittime, giovane donna presente quella sera, sopravvissuta eppure segnata dall'esperienza che ha vissuto. Il film, significativamente, comincia con un volto insanguinato, vuoto, "bestiale", quello dell'assassino, la cui memoria si è fissata indelebile nei sogni notturni della protagonista con un aspetto mefistofelico e inquietante. La trama del film, poi, si dipana in maniera persino troppo banale: un poliziotto inglese, che a distanza di anni ancora cerca gli hooligans colpevoli, le mostra delle foto, tra le quali lei riconosce l'assassino del padre, ma non lo denuncia e preferisce partire per Liverpool alla ricerca di un'improbabile vendetta personale.
Se la storia non convince, anche perché i personaggi sembrano solo abbozzati, l'aspetto davvero interessante della pellicola sta proprio nell'evoluzione che assume, nella mente della protagonista, l'immagine che la tormenta da anni. Quello che era diventato un incubo, capace nel suo aspetto di turbarla, recupera un'identità precisa nel momento in cui la donna riconosce in una foto l'uomo che ha ucciso il padre sotto i suoi occhi. Per lei, è la prova che esiste un collegamento tra la figura che abita la sua mente e il mondo che la circonda. Ma è solo quando vede l'uomo a Liverpool, tranquillamente seduto in un pub come una persona qualunque, che riesce finalmente a liberarsi dalla paura e a decidersi per l'azione, per la vendetta. Come se le servisse una prova perché in lei si scatenasse la necessità di porre rimedio alla sua angoscia. Quando l'hooligan ricompare, è nella stanza di un commissariato. A dividere la Ferrari e l'uomo che ha cambiato la sua vita, c'è solo un vetro, e una parola, quella che le basterebbe dire per farlo arrestare. L'uomo ha l'aspetto ambiguo di un innocente che non comprende il motivo per cui è stato arrestato, ma che in realtà nasconde un passato macchiato da un atto atroce. Quel contatto ravvicinato, ma non fisico, dopo anni di pensieri e paure tenute solo dentro la propria testa, spingono la donna a non eseguire il riconoscimento. Crede, probabilmente, che il modo migliore per liberarsi di ciò che la tormenta sia affrontarlo direttamente, tramutando il viso pieno di sangue di un assassino in quello, altrettanto insanguinato, di una vittima.
Arriva così il momento dell'incontro, a rendere finalmente tangibile una persona che per anni era stata solo un'icona di morte nell'immaginazione della protagonista. Su un taxi guidato dall'hooligan, con una pistola in mano, la Ferrari attende il momento buono per riscrivere la sua storia personale, ma non riconosce più ciò che l'ha perseguitata per anni, nell'espressione di un uomo che sembra in tutto e per tutto normale, quasi gentile. Esita, trova il coraggio, ma la pistola fa cilecca. La decisione, tuttavia, è stata presa, basta trovare il momento giusto. Che si presenta fuori dalla casa dell'uomo. Tra il desiderio di porre fine a un'ossessione e la scoperta di una nuova verità passa solo un istante, quello in cui una bambina segue l'uomo, suo padre, e lo prende per mano. L'orrore, introdotto nel suo tessuto sociale e familiare, perde improvvisamente il suo aspetto violento, bestiale. La donna capisce che il suo gesto estremo, anziché cancellare i suoi fantasmi, li avrebbe semplicemente instillati nella mente della bambina, sua evidente proiezione.
Si chiude così il cerchio, un film cominciato con uno sguardo allucinato finisce con uno sguardo innocente. Gli incubi forse ritorneranno, ma con la consapevolezza che sono nati in un giorno lontano e che non spariranno cambiando il futuro, specie se il futuro è quello di qualcun altro.
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