In un mondo sempre più contaminato anche le discipline della conoscenza e della creatività non hanno più confini certi. Anzi proprio dal dialogo tra i diversi linguaggi creativi nascono orizzonti inesplorati e nuovi modi per interpretare la realtà, la società, il presente. Futuro Presente ogni anno indaga temi e idee - prendendo variamente spunto da tendenze, conquiste o personaggi - attraverso spettacoli, mostre, incontri, concerti, dibattiti, in un dialogo fitto tra arte, danza, letteratura, scienza, saggistica, giornalismo, cinema, fotografia, scrittura e i loro interpreti.

Proprio la tensione tipica al confronto con i temi più caldi e attuali ha spinto il Laboratorio permanente sui linguaggi contemporanei a confrontarsi con un concetto estremamente ricco di simboli, connessioni e risvolti che toccano storia, saperi, esseri umani, rapporti sociali, visioni del futuro e molto altro ancora: il paesaggio. Un percorso che inizia con questa edizione autunnale e proseguirà in quella primaverile con una serie di incontri, eventi, laboratori capaci di illuminare possibili percorsi di approfondimento e creativi. Il cartellone di questo focus autunnale ci mette a confronto con intellettuali, filosofi, architetti, scrittori, film, libri che ci aiutano a rivolgere uno sguardo più consapevole sui luoghi che viviamo. Perché saper guardare e comprendere è il primo passo necessario per raccontare e immaginare. Ecco allora le definizioni di paesaggio nella storia, nell’arte e nella filosofia raccontate da Paolo D’Angelo, ecco la nuova frontiera del cosiddetto “Terzo paesaggio” resa in viva voce da Gilles Clément, vero e proprio punto di riferimento a livello europeo. Ma non saranno dimenticati i caratteri originali del territorio italiano e trentino grazie a interventi relativi al rapporto unico e particolarissimo tra città e campagna - quest’ultima sempre più consapevolmente pensata come necessaria - e alla colonizzazione rurale delle nostre montagne.

Ma il paesaggio va anche raccontato. Perché scorci, luoghi, territori, d’improvviso non scorrono più davanti a noi dimenticati, ma acquistano un significato nuovo anche solo perché uno sguardo particolare vi si posa e vi vede qualcosa che alla maggior parte sfuggiva. Una luce particolare per un fotografo o un artista, una storia per uno scrittore o un regista. Il paesaggio diventa racconto e come spesso accade sono proprio le creazioni artistiche ad anticipare ciò che la filosofia, l’architettura e gli altri saperi ci aiutano a definire con maggiore accuratezza. In queste intuizioni che si nutrono del lavoro artigianale di intellettuali, appassionati, uomini “in ricerca” sta anche il racconto del territorio che viviamo oggi. Magari lontano dalle derive puramente nostalgiche - anche se necessarie talvolta - e in grado di fornire spunti per riflessioni importanti sul presente che viviamo e il futuro che vogliamo.

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