Speciale TORINO CITTA' DEL CINEMA - Virtual reality & Multimedia park PDF 
di Sarah Scaparone   

Il VR&MMP sorge nell'area dell'ex Fert, un'antica casa di produzione cinematografica torinese degli inizi del secolo scorso che ha continuato la sua attività indipendente fino alla fine degli anni '70. La città di Torino ha voluto recuperare questo spazio, realizzando degli studi cinematografici e televisivi all'avanguardia, con lo scopo di caratterizzare ulteriormente il sistema-cinema già esistente.
Le attività del Parco, la cui superficie edificata si aggira sui 8.000 mq, sono rivolte alla promozione del settore multimediale all'interno dell'area torinese, con lo scopo di collaborare alla realizzazione di un "distretto industriale" incentrato sulla realtà virtuale e sull'utilizzo di sistemi di comunicazione in rete.

"L'intento del Multi Media Park – dichiara Gianfranco Balbo, presidente del Parco - è quello di dare spazio alla tecnologia digitale o elettronica capace di creare un sistema-cinema che ha una forte enfasi sulla realtà virtuale: tecnica che, per certi aspetti, può essere intesa come visualizzazione di dati prodotti dal calcolatore. All'interno del Parco – prosegue il Presidente – si possono trovare studi attrezzati e laboratori di grafica computazionale: un ponte verso l'uso della realtà virtuale non solo nell'ambito cinematografico e televisivo, ma anche in quello della visualizzazione scientifica di fenomeni naturali".

Uno degli obiettivi del parco è quello di enfatizzare l'uso del calcolatore nei più svariati settori investendo sul capitale umano che oggi è solo parzialmente sviluppato, e questo attraverso una Scuola di Alta Formazione.
"Il parco vuole diventare – sostiene ancora Balbo - un luogo di contaminazione e di legame tra il mondo dell'industria e della ricerca e quello dello sviluppo dei contenuti; un posto dove si stabiliscono delle sinergie tra ambienti che appaiono molto diversi e che invece hanno degli elementi di comunanza molto importanti. Diventa quindi una cerniera tra industria, ricerca e creatività che intende favorire le imprese dell'audiovisivo locale, attraverso la realizzazione di una struttura tecnologica avanzata che promuova la convergenza e lo sviluppo dei contenuti di cui, effettivamente noi siamo padroni, ma che molto spesso non riusciamo ad esprimere come vorremmo".

Le attività e i campi di azione del centro si rivolgono fondamentalmente al cinema digitale, alla televisione, alla pubblicità con set virtuali, agli effetti speciali, ai videogiochi e anche allo sviluppo di simulazioni e di simulatori scientifici, industriali, territoriali e urbanistici. "Questo perché tutti questi mondi – spiega Balbo - si basano su delle comunanze tecnologiche estremamente interessanti, e quindi anche se hanno obiettivi molto diversi possono aiutarsi l'un l'altro. Per esempio, il massimo grado di realismo che è necessario negli effetti speciali del cinema tradizionale, non di animazione, contrasta con l'astrazione che è tipica delle simulazioni scientifiche, tuttavia le simulazioni scientifiche possono trarre beneficio dalla rappresentazione realistica propria degli effetti speciali e, contemporaneamente gli effetti speciali possono trarre beneficio dallo sviluppo algoritmico tipico del mondo scientifico".

La struttura del parco è molto particolare, diversa da quella degli altri cinque parchi tecnologici presenti in Piemonte: il Multi Media Park è una società pubblica costituita dalla Regione Piemonte, dalla Provincia, dal Comune e dalla Camera di Commercio di Torino, dal Politecnico e dall'Università di Torino. Tutti questi organi hanno voluto la realizzazione di un'impresa che opera nell'ambito dell'addestramento e dello sviluppo del capitale umano e in quello della ricerca: tecniche e metodologie indispensabili per la realizzazione degli effetti speciali, per il cinema di animazione o per la realizzazione di prototipi da trasformare nell'ambito del "distretto industriale" che oggi è in costruzione.
Oltre alla società pubblica, deve operare all'interno del parco anche una società privata che abbia il compito di utilizzare gli studi e le tecnologie per realizzare dei prodotti che siano competitivi sul mercato e che sia impegnata anche nel campo della ricerca.

La missione del parco, per quanto riguarda la società pubblica, è quella di creare un polo di attrazione per lo sviluppo di programmi di ricerca applicata, un centro di produzione di prototipi e di idee, un punto di formazione avanzata. L'aspetto della formazione è estremamente importante: l'obiettivo è quello di realizzare delle forme di addestramento direttamente on the job, dal momento che negli stessi edifici lavorerà anche il produttore e quindi il partner privato. "Occorre seguire dei programmi di studio che siano basati fortemente sull'apprendistato e sulla realizzazione di progetti operativi – spiega ancora Gianfranco Balbo - quindi apprendere da persone che sono qualificate e competenti anche se non hanno fama accademica. L'idea è di avere questa scuola operativa aperta 24 ore al giorno e per 365 giorni all'anno".

Un altro importante compito del parco è quello della promozione e dello sviluppo del "distretto industriale", dedicato alla produzione di contenuti audiovisivi e multimediali. A sua volta, questo distretto industriale si inserisce in un discorso molto più ampio che Torino sta facendo nell'ambito dell'information e comunication technology, di cui l'audiovisivo è un elemento importante.
"L'Italia non è una grande produttrice di tecnologia, anche se la utilizza moltissimo in tutti i campi – asserisce ancora Balbo - ma al contrario è una valida produttrice di contenuti. La strategia dunque, è quella di avere il parco come punto di incontro tra produzione tecnologica e produzione di contenuti: Torino deve recuperare le sue capacità di concretizzazione e andare a lavorare a livello delle metodologie e degli strumenti che sono necessari per presentare i contenuti in maniera avanzata, moderna e competitiva a livello mondiale".

Gli edifici del Parco sono stati realizzati grazie agli interventi dell'Unione Europea, del Governo italiano e dalla Regione Piemonte, che hanno coperto il 50% dell'investimento. I finanziamenti concessi ammontano a circa 17 milioni di euro elargiti in due trance: una di 12 milioni già completata e l'altra di 5 milioni in fase di realizzazione.
Gran parte degli investimenti sono stati destinati all'acquisizione di tecnologie avanzate per la produzione e la postproduzione audiovisiva. L'elemento principale è una sala macchine dotata di apparecchiature di avanguardia e nella quale vengono centralizzate tutte le risorse teconologiche condivisibili e le funzioni di controllo e gestione tecnica. I sistemi di edizione video e sonora consentono la realizzazione di prodotti televisivi, pubblicitari e cinematografici ad alto livello qualitativo, mentre le attrezzature di computer grafica sono state configurate in modo da poter essere impiegate per la realizzazione di modelli, immagini e animazioni utili alla produzione audiovisiva e multimediale.

Gli edifici sono costituiti da una palazzina arancione del 1919, che è la vecchia struttura produttiva della Fert, recuperata e ristrutturata in cui all'interno sono stati realizzati gli uffici amministrativi del Parco, una manica arancione su tre piani che accoglie la scuola e i laboratori di grafica computazionale, due grossi studi, uno dei quali contiene un blu-box di notevoli dimensioni ed è attrezzato con sistemi per l'illuminazione propri dell'ambito televisivo, mentre l'altro ha caratteristiche tipicamente cinematografiche con dimensioni particolarmente interessanti (1500 mq per 18 m di altezza). "In questo enorme spazio – illustra Balbo - le passerelle mobili hanno la possibilità di muoversi con agilità e di movimentare il soffitto dello stabile secondo le necessità particolari; inoltre, in questo studio è stato realizzato anche uno scavo che può essere riempito d'acqua (20m x 10m x 2,5m di altezza) all'interno quale è stata realizzata una sala da ripresa con degli oblò per poter effettuare delle riprese subacquee".

E' attualmente in fase di realizzazione un nuovo edificio che conterrà due piccoli studi, una zona dove depositare le attrezzature dei falegnami e dei fabbri e un piccolo ristorante. Le attrezzature che sono state già impiantate all'interno del Parco hanno un valore di circa 8 milioni di euro e sono state acquistate attraverso cinque gare internazionali volte ad aspetti particolari: la gestione dei teatri, la post-produzione, le video conferenze e tutta la struttura relativa ai collegamenti.

"Ci sarà ancora un ampliamento del parco – conclude Balbo - con la costituzione di un incubatore che permetta alle piccole imprese, che operano nell'ambito dell'audiovisivo di integrarsi con il distretto film e comunication technology e di inserirsi nel disegno industriale complessivo che vuole dare un'enfasi forte all'industria della cultura, a quella dei contenuti e a quella dei diritti".
 

Il Virtual Reality & MultiMedia Park è situato in C.so Lombardia 194 a Torino. Per informazioni, telefonare allo 011-22.71.211

 


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