Quello che cerchi PDF 
di Lorenzo De Nicola   

Quello che cerchi è sicuramente un prodotto che si distingue tra i modelli proposti dal panorama italiano attuale, tanto nella forma quanto nel contenuto. Se da una parte il regista propone il classico percorso di formazione, dall'altra lo contamina mischiando più generi tra loro: da un inizio dal sapore poliziesco si passa al road movie, per poi sfociare nel dramma esistenziale. Ciò genera una commistione di toni che favorisce lo svolgimento narrativo e cattura lo spettatore.

Ad uno script accattivante e con poche sbavature Puccioni affianca una regia attenta: usando pellicola, video e super8 articola la narrazione su diversi piani visivi e attribuisce ad ogni supporto un proprio valore semantico.

I suoi personaggi sono costantemente indagati e spiati da macchine da presa e telecamere che impongono una visione altra, quasi esistesse un demiurgo delle loro azioni, un occhio onnipresente e onnisciente. L'investigatore è a sua volta investigato e, come lui, l'intera comunità.
Pochissimi sono i luoghi in cui cessa questa costante sorveglianza. L'agire dei personaggi, anche quello apparentemente più incontrollabile di Davide, sembra quasi già prefissato da uno sceneggiatore extradiegetico, che si manifesta negli "sguardi" delle videocamere a circuito chiuso e nelle carrellate zenitali che sovrastano gli attori; non è un caso che l'inizio sia proprio l'epilogo, suggerendo nuovamente l'idea - appunto - di un "circuito chiuso".

Puccioni mette in scena un dramma decadente pervaso, sin dalle prime inquadrature, da un palpabile senso di morte. Impero (Marcello Mazzarella), l'investigatore privato, è ormai già deceduto nello spirito avendo abbandonato l'amore tanti anni prima e costringendosi a vivere una relazione scialba e inappagante. Davide oppone la sua rabbia giovanile a un disagio che non si riesce a spiegare. Francesco uccide il suo sesso maschile per abbracciare il nuovo desiderio di essere donna. Rosa e Agnese fanno perire i loro sogni di mogli e amanti, accompagnandosi a uomini che non possono più amarle.
Sono anime alla ricerca della personale liberazione, mosse da un anelito costante verso la felicità ma che, inevitabilmente, conduce solo all'incomprensione. Le loro figure, a volte ridotte a semplici silhouettes e spesso "sgranate", vagano in ambienti e paesaggi surreali fotografati ottimamente da Paolo Ferrari: centri sociali, campi nomadi, motel di bassa categoria, spiagge deserte e parchi divertimento abbandonati sono solo alcune delle suggestive location in cui si svolge l'azione. Il regista propone in questo modo un'Italia alternativa, nascosta, lontana dagli stereotipi e vicina alle turbolenze esistenziali dei suoi personaggi.

Quello che cerchi è un'opera a tutto tondo supportata bene da un cast di attori eterogeneo e affiatato: spicca la prova di Marcello Mazzarella (il Placido Rizzotto di Pasquale Scimeca) che gioca con la propria espressività facendo comparire da una maschera austera e impassibile alcuni luminosi momenti di serenità e tenerezza. Di uguale spessore sono Stefania Orsola Garello (Rosa) e Antal Nagy (Davide) che riescono quasi sempre a gestire il peso dei loro caratteri.
L'opera di Marco Simon Puccioni cerca di proporre - finalmente - qualcosa di diverso, tentando di sperimentare nuove vie di composizione visiva, anche se non sempre riesce nell'impresa (alcuni raccordi sono imprecisi così come le sequenze oniriche a volte un po' superficiali).
Bisogna ad ogni modo lodare il coraggio di un regista che non teme di trattare argomenti spinosi in maniera libera ed intelligente.

 


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