Carlo Verdone
L’amore è eterno finché dura
di Elisabetta Errico
Ma perché dobbiamo far finta di essere forti? Così dice Tiziana (L. Morante) ormai alla fine del film, quando ha finalmente capito che non è forte, ma che non deve neppure aver bisogno di qualcuno con cui stare per sentirsi tale. Carlo Verdone, ancora una volta, indaga ed esplora le debolezze umane e la quotidianità. Ancora una volta con la sua maestria nel dipingere la figura umana, nel darle una precisa personalità.
Parla di un divorzio, a cinquant' anni, per di più. E cosa c'è di più attuale di un matrimonio che finisce? Di persone unite ormai solo dal tempo che hanno trascorso insieme? Unite solo dal passato, e che non intendono più accettare passivamente il presente? Oggi è più insolito che due persone passino tutta la vita insieme. Come si fa ad essere single a 50 anni? Si può ricominciare? Ci si può rimettere in gioco? Oppure ci si deve adattare a vivere insieme quando la moglie tradisce e il marito vorrebbe emozioni nuove? Si deve stare insieme per non sentirsi perduti? Anche se non ci si considera più e non ci si desidera più? Sono questi gli interrogativi che Gilberto (C. Verdone) e Tiziana si pongono e ai quali non sanno bene come rispondere. Oscillano tra le varie possibilità per poi optare per quella che li separa.
Tiziana è sostanzialmente ipocrita, caccia di casa il marito che ha solo pensato ad una possibile scappatella, mentre lei lo tradisce da due anni con Guido (A. Catania), che però non se la sente affatto di impegnarsi. Gilberto intanto è ospite a casa di Andrea (R. Corsato) e Carlotta (S. Rocca) e cerca a poco a poco di ricominciare, ma incontra donne troppo strane o troppo simili a lui finché la "teoria degli istrici" non lo avvicina proprio a Carlotta, con cui, per non cadere nella noia e nella monotonia che distrugge i rapporti, decide di provare a fare le cose diversamente: vivono separati, ma uno di fronte all'altra, fingono di essere eterni fidanzati, ognuno con i suoi spazi e una moderata libertà. Ma è questa la vera soluzione? O non c'è soluzione? Ognuno può scegliere quello in cui crede di più: Verdone ci lascia libertà di scelta.
Spettatrice esterna, ma coinvolta, è la figlia adolescente di Gilberto e Tiziana –Marta- che vede i genitori come eterni bambini persi nel vuoto.
Successivamente anche Marta acquista consapevolezza e capisce che non ci sono risposte per gli interrogativi sull'amore e sul rapporto di coppia. Tutti magari, lei compresa, fanno e faranno più o meno gli stessi errori perché non esiste un modo affinché l'amore sia eterno. Allora l'amore è eterno finché dura? Oppure l'amore eterno esiste ma solo in pochi e rari casi? O forse l'amore è solo amore.
E Verdone ci porta a questo finale attraverso le gags e le battute esilaranti, con la sua strepitosa mimica facciale e la sua consueta bravura nel dirigere il cast femminile. Stefania Rocca (riscattandosi dalla sbagliata scelta del Cartaio) interpreta al meglio le fragilità di Carlotta, una donna per cui il rapporto più duraturo è stato di dieci mesi ma che saprà insegnare a Gilberto che le fragilità non sono per forza debolezze e che l'amore non si può pianificare, solo vivere.
Laura Morante invece, è una psicologa nevrotica e un po' isterica che dispensa ottimi consigli alle coppie in crisi in televisione, ma che non è altrettanto brava ad applicarli alla sua vita e ci dimostra, così quanto sia difficile passare dalla teoria alla pratica, quanto sia difficile riuscire a comunicare anche con chi pensiamo di conoscere e con chi conosciamo da sempre. Ancora una volta, con il suo diciannovesimo film, Verdone non ci delude, né dal lato comico né da quello serio che sono amalgamati per ottenere un film "un sacco bello"!
L’AMORE È ETERNO FINCHÉ DURA
(Italia , 2004)
Regia
Carlo Verdone
Sceneggiatura
Carlo Verdone, Francesca Marciano, Pasquale Plastino
Montaggio
Antonio Siciliano
Fotografia
Danilo Desideri
Musica
Fabio Liberatori
Durata
108 min