Luis Buñuel - Dei miei sospiri estremi
Luis Buñuel
Dei miei sospiri estremi
SE editrice, 1991
280 pagine, £. 18000
"Durante gli ultimi anni ho notato la progressiva e, finalmente, totale scomparsa del mio istinto sessuale. Sono contento perché mi sembra di essermi liberato di un tiranno. Se mi apparisse Mefistofele per propormi di recuperare quello che viene chiamata virilità, gli risponderei: "No, molte grazie, non mi interessa; ma irrobustiscimi il fegato e i polmoni affinché possa continuare a bere e a fumare!".
Uno dei documenti indispensabili per lo studio o, semplicemente, per la conoscenza di un autore è la sua autobiografia. Sia che essa rispetti la verità, sia che si abbandoni a fantasiose invenzioni (come nel caso de La Vita di Alfieri), rimane la testimonianza di un uomo che decide di ripercorrere, o reinterpretare, la propria vita allo scopo di avere l'ultima parola. Di conseguenza, il testo diventa un favoloso supporto per riuscire a comprendere appieno la personalità, il pensiero, le finalità di quei personaggi di cui, solitamente, non si conoscono i retroscena.
Quest'anno il mondo cinematografico s'è mobilitato per celebrare il centenario della nascita di Luis Buñuel (1900-1983). Sono state organizzate mostre, retrospettive, personali, sono state edite pubblicazioni e nuovi studi per ricordare l'indiscusso maestro (addirittura in Spagna esiste un compact disc, Buñuel del desierto, che raccoglie le sue poesie con un accompagnamento musicale).
Accanto a tutti questi lavori dall'indubbio valore, troviamo proprio l'autobiografia del regista. Intitolata Dei miei sospiri estremi e pubblicata poco prima della sua morte grazie al lavoro di trascrizione del suo amico sceneggiatore Jean-Claude Carrière, il romanzo della vita del regista di Calanda risulta essere un documento illuminante.
Buñuel, fin da giovane, ha sempre avuto velleità letterarie e questo può giustificare la scioltezza narrativa che connota "il suo sospiro estremo". Infatti, questo libro si fa apprezzare per una spontanea godibilità che deriva dal profondo umorismo che la domina.
Così, seguendo precise tappe cronologiche e tematiche, Buñuelripercorre una vita agitata e stimolante, segnata quasi sempre dalla capacità di trovarsi nel posto giusto al momento giusto. La sua infanzia, le sue amicizie (tra le quali spiccano nomi come Lorca, Dalì, Breton, Chaplin, Epstein, Brecht), il suo rapporto con il surrealismo, le memorie della guerra civile spagnola, il periodo messicano e quello americano, contribuiscono a fornire, oltre ovviamente alla weltanschaung dell'autore, lo spaccato di un'epoca ricca di avvenimenti fondamentali.
L'autobiografia si conclude con l'analisi rigorosa e profondamente autocritica delle opere della sua vita, rivelando i retroscena e alcuni aneddoti chiarificatori (come la genesi della prima scena del Fascino discreto della borghesia).
Libro divertente, curioso e fin troppo preciso nella ricostruzione dell'esistenza del regista, Dei miei sospiri estremi è il testamento di un artista e di un uomo che ha segnato la storia del cinema regalando ben trentadue opere, alcune delle quali indimenticabili.