Joe D'Amato Horror Festival 2005
Lamberto Bava
di Mario Bucci e Alfredo Nunzi
Incontriamo Lamberto Bava all'ingresso
del cinema Kinodessè, un istante prima che venga proiettato
Demoni 2, forse il suo film più celebre, sicuramente
uno dei preferiti dai fan. I suoi occhi sprigionano un'allegra
vitalità, quasi innocente, e la semplicità del
suo modo di raccontare dimostra un carattere aperto e vivace,
di chi il set lo ama davvero. In difficoltà perché
costretto a rispondere alle domande di fianco ad uno zombie
che non sta mai fermo (uno dei tanti allestimenti del festival)
si è lasciato andare quando gli abbiamo promesso che
non lo avremmo inquadrato al fianco di un probabile compagno
dei suoi incubi.
La cosa bella di questo festival è
la possibilità che si ha con tutti gli addetti ai lavori
di scambiar idee ma anche di scoprire trucchi o tecniche per
migliorare il proprio lavoro…domandiamo a te, per esempio, se
per evocare un incubo preferisci usare il grandangolo o spostare
la macchina da presa sull'asse verticale?
Quello che ti viene in mente, quello
che ti soddisfa di più al momento…dipende, di solito
uno se la prepara prima. Per esempio, c'è un mio ex allievo
che stava girando la scena di una battaglia una settimana fa,
mi ha chiamato e mi ha chiesto come doveva fare, ed io gli ho
risposto "Lo vuoi sapere da me? Basta che tieni a mente
una serie di cose…". Ecco, dico questo perché dipende
sempre da come vuoi girare la scena…a me ad esempio piacciono
molto i movimenti di macchina, anzi molti mi dicono che la muovo
troppo, ma a me piace e mi piace anche usare la steadycam…non
uso quasi mai la macchina da presa fissa o dritta per dritta
ecco, questo no…magari dal basso o dall'alto, ma ti ripeto,
dipende sempre da quello che devi fare.
Segui delle regole specifiche per inchiodare
il pubblico alla poltrona?
Beh, basterebbe leggere Truffaut e l'intervista
ad Hitchcock…
…dove si delineano le regole della suspence!
…certo, la regola è ancora quella,
con il famoso esempio: c'è una stanza chiusa con una
porta chiusa e una ragazza sta entrando nella stanza…è
più efficace far vedere il mostro o non farlo vedere?
Dipende…se vuoi fare un film con molta suspence allora non fai
vedere quello che c'è dentro, se invece vuoi che il pubblico
dica "non ci andare, non ci andare!" allora fai vedere
prima quello che c'è dentro…
…come la cassapanca di "Arsenico
e vecchi merletti" (1940) di Frank Capra
…e certo, quelle sono vecchie regole
che vanno sempre bene.
"Rabid dogs" (1974) è
uno dei miei film preferiti…so che lei collaborò con
suo padre per questo film e le volevo chiedere che ricordo aveva…e
soprattutto perché sparì quella pellicola?
Allora, io ho fatto il produttore per
quindici anni durante il mio periodo televisivo ed avevo cercato
di comprare questo film di mio padre, che era rimasto fermo
in un processo di fallimento. Mi ricordo che, ai tempi, eravamo
al primo montaggio, quasi finito, ma poi arrivarono e misero
i sigilli alla moviola e non si poteva più toccare il
materiale e lì è rimasto per quindici, venti anni…Io
allora, come molti altri, cercai di comprarne i diritti, e ricordo
che andai anche a parlare con il curatore fallimentare della
società, il quale non ti garantiva se tu compravi dai
creditori, e questo voleva dire "non lo comprare!".
Non so come poi, ma quattro, cinque, tre anni fa, non lo ricordo,
arrivò dall'America un produttore americano, Alfred Leone,
che aveva prodotto alcuni film di mio padre e che infatti io
credevo morto da quindici anni…un signore anziano, con i baffi,
i capelli tutti bianchi di origini italo-americane che mi disse
"ho comprato il film di tuo padre e lo vorrei vendere",
anche perché lui è quello che ha tutti i diritti
dei film di mio padre negli Stati Uniti, e ci siamo messi lì,
abbiamo finito il montaggio, abbiamo fatto il doppiaggio ed
abbiamo girato dei piccoli pezzetti che mancavano.
dei raccordi…
…sì, piccoli pezzetti appunto,
ed io l'ho fatto pensando o supponendo come lo avrebbe fatto
mio padre.
…e il colpo di scena finale?
No, quello c'era, quello della telefonata
finale c'era…me lo ricordo ancora, mio padre prese una novella
dei gialli Mondadori…se ricordate dopo la storia c'era sempre
un raccontino breve e quello era di cinque, sei pagine…e ciò
che a mio padre eccitava era proprio quella telefonata dove
lui dice "signora se vuole vedere suo figlio…"
…che è un'idea strepitosa! Ti
permette di rivedere il film in un'altra ottica…
…è una cosa bellissima. Così
noi lo abbiamo messo a posto e poi hanno fatto un omaggio a
mio padre all'American Cineteca di Los Angeles, dove hanno mandato
tutti i suoi film ancora reperibili…solo che lui ha voluto mandare
questo film non in lingua inglese, come avrebbero fatto poco
dopo, ma con il doppiaggio in italiano e con i sottotitoli.
E devo dire che ha avuto un successo incredibile, trasmesso
all'Egiptian Theatre, dove davano gli Oscar trenta anni fa,
che era pienissimo…la sala era piena zeppa e tutti hanno applaudito
alla fine di questo film…che bisogna dire era un film abbastanza
atipico per mio padre.
…un film "on the road".
…sì, un "on the road"
senza dubbio, ma aveva due, tre caratteristiche molto belle:
innanzitutto che si svolgeva in tempo reale, nell'arco di un'ora
e mezza, un'ora e tre quarti, e poi era un thriller e non un
horror come li faceva mio padre…e poi ancora, lo girammo nel
'73 e ci sono scene che, se sono crude oggi, puoi immaginare
quanto erano crude all'epoca!
Lei ha partecipato alla realizzazione
del film "Cannibal Holocaust" (1979)
No, io ho collaborato solo ad un film
di Ruggero Deodato, "Ultimo mondo cannibale" (1976),
e come segretario di edizione. Poi fecero quel film, ma la produzione
era un po' più…insomma non portarono fuori tanta gente
e poi quando girarono a Roma mi chiesero se firmavo…insomma
serviva al Ministero, anche se qualche scena girata a Roma l'ho
vista, ma non mi ricordo nemmeno che cosa era…
Vorrei sapere del suo rapporto con Sacchetti,
il grande sceneggiatore.
Dardano Sacchetti è un grande
sceneggiatore…
Come avveniva la stesura delle sceneggiature?
…guarda, tuttora "The Torturer",
l'ultimo film che ho fatto, ho saputo solo dopo che uno degli
autori del primo soggetto era proprio Dardano Sacchetti. Con
lui ho fatto tante cose, con bei rapporti e rapporti un po'
meno…io lo reputo… è nella storia del cinema italiano,
sicuramente.
E fra tutti gli sceneggiatori con i
quali ha lavorato con quale si è trovato meglio?
Gianni Romoli, quello di "Fantaghirò"
e di tutte le mie favole, che è anche lo scrittore di
tutti i film di Ozpetek.
Nella sua filmografia c'è questo
"Blastfighters" (1984), dove nei credits compare Morando
Morandini…
Sì, ma non è lui, il critico,
è il nipote credo…ed è un film che firmammo tutti
con falsi nomi, con pseudonimi americani…
…è un post-atomico?
No, a me un produttore mi chiese se
volevo fare un film tipo "Rambo" (1982) e io gli risposi
"vediamo..". Così parlai con due ragazzi che
conoscevo, uno era appunto Morandini, e scoprimmo su un articolo
del "Time" americano che in parchi tipo Yellowstone
alcuni rangers vendevano i corpi degli animali morti…e allora
questa cosa ci incuriosì e ne tirammo fuori un film,
"Blastfighters" appunto…e mi ricordo che il film in
Italia uscì il 16 agosto naturalmente, al cinema, ed
ebbe però delle critiche stupende. Una in particolare,
adesso non ricordo chi la fece, ma ho da qualche parte questo
ritaglio, diceva "questi signori che si firmano così…oggi
viene adorato un film di Clint Eastwood, ma perché non
dare spazio a questi signori che sono bravi uguale" e fu
una bellissima recensione.
Tra i suoi colleghi internazionali ha
qualche preferenza? Nel film che proiettano oggi "Demoni
2" (1986) per esempio, con i mostri che escono dalla televisione,
sembra che ci siano dei richiami al Cronenberg di "Videodrome"
(1983).
Ecco, per quanto riguarda "Demoni
2" quella fu una scelta principalmente di Dardano Sacchetti,
a lui piace molto Cronenberg ed anche a me piace, ma diciamo
che è David Lynch quello che preferisco.