Berlinale 2006
Il "cinema giovani" di Berlino
di Matteo Demichelis
Collocato al di fuori dell'arena dei film in competizione, ma ugualmente nel cuore di Potsdamer Platz, il Forum of New International Cinema è lo spazio del 56° Festival di Berlino (9-19 Febbraio 2006) che ospita le opere più sperimentali, come dimostra la recente collaborazione (Forum Expanded) con Kunst-Werke Institute for Contemporary Art, e con la vocazione di scoprire giovani talenti.
Sul fronte della sperimentazione abbiamo scelto di vedere, nella sezione Forum Expanded, un lavoro che coniuga originali forme narrative a un tema ancora poco frequentato, nonostante riguardi i nostri vicini europei più prossimi. Si tratta del documentario prodotto da Angela Melitopoulos, Corridor X, un road-movie girato lungo il futuro Corridoio 10, una delle grandi opere infrastrutturali di trasporto decise dall'Unione Europea che collegherà la Germania alla Turchia. Alle testimonianze dai Balcani del dopoguerra, alle voci contemporanee che presto saranno attraversate dal traffico pesante del nuovo collegamento autostradale, il video affianca la memoria della migrazione, ricordi personali dell'autrice discendente da una famiglia emigrata in fasi successive dall'Asia Minore fino alla Germania dei Gastarbeiter, i lavoratori-ospiti con soggiorno temporaneo degli anni '60. Proiettato su due schermi in rapporto tra loro diacronico e sincronico per costruire virtuali corridoi di memoria e geografici attraverso diversi luoghi dell'Europa sud-orientale, il film si avvale del materiale prodotto da un collettivo di videomaker (Timescapes) della zona balcanica, di cui la regista è stata promotrice e sostenitrice.
Lo sguardo lungo del Forum, 29 i Paesi di provenienza dei film, scopre il nuovo che viene dall'Asia, come ben dimostrano i diversi titoli in arrivo da Malesia, Corea del Sud e Giappone. La Corea, con la sua prolifica nouvelle vague di film sbarcati da qualche tempo nei festival europei (nel 2000 arrivava in concorso al Festival di Venezia il film cult di Kim Ki-duk L'isola, con tanto di svenimento in sala di una spettatrice per una scena parecchio disturbante), ma distribuiti solo recentemente, è rappresentata dai film d'esordio The Peter Pan Formula di Cho Chang-ho e Host & Guest di Shin Dong-il. Se di quest'ultimo possiamo solo riportare che in patria si è parlato del Woody Allen coreano, per The Peter Pan Formula possiamo riferirne le impressioni. Il film inanella diverse sottostorie attorno al dramma principale, un giovane che vive con la madre in coma dopo un tentativo di suicidio. Le rapine a viso coperto e manganello per pagare le spese dell'ospedale, un padre da sempre assente ritrovato e ripartito, il feticismo nell'attrazione verso la pianista vicina di casa molto più anziana, dipingono un quadro di disagio esistenziale e di disgregazione familiare che nella poetica dell'incomunicabilità segna una cifra stilistica un pò troppo prossima a Kim Ki-duk, di cui l'autore è stato in passato assistente alla regia.
Ma la vera sorpresa del Forum, il film che meglio rappresenta lo spirito di un cinema giovane e maturo, è l'opera prima In Between Days, produzione indipendente americana per l'esordio di So Yong Kim, ancora una regista coreana, ma emigrata prima a New York e poi a Los Angeles. Sullo sfondo urbano e industriale di una gelida Toronto, ove risiede una delle comunità coreane più numerose del Nord America, vive Aimie, adolescente da poco trasferitasi con la madre, alle prese con frustranti difficoltà linguistiche, con la mancanza del padre e di relazioni affettive. Il suo migliore e unico amico è Tran, un connazionale a cui si lega inizialmente per far fronte all'impegnativa realtà straniera, ma del quale finisce poi per innamorarsi. Ispirato alle proprie vicende personali, con un finale disincantato e malinconico, il film raggiunge una spontaneità straordinaria, come confermato dal metodo di lavoro della regista durante le riprese, la quale dichiara, dopo la proiezione, di non aver seguito granché i dialoghi della sua sceneggiatura, scaturiti per lo più dall'incontro e spesso dallo scontro sul set dei due giovani attori non professionisti.
Si spengono le luci dell'accogliente Filmhaus, la cineteca berlinese che ha ospitato molti dei 40 film del Forum, e si chiude il Festival: In Between Days ottiene il premio FIPRESCI della critica internazionale. La speranza è che arrivi nelle sale italiane a iniettare ossigeno fresco e a restituire la giusta consapevolezza di quel problema universale che è vivere da straniero in un Paese diverso dal proprio, restando dolorosamente "in between".