Pordenone - Silent film fest 2000
L'evento speciale che apre la diciannovesima edizione di questo festival (inspiegabilmente trascurato dalla stampa nostrana), è la versione integrale e restaurata di Speedy (1928) di Ted Wilde. L'ultimo film muto interpretato dallo scatenato Harold Lloyd è un rappresentante fin troppo esplicito del cinema comico statunitense, che racchiude in sé i codici caratterizzanti del genere in un intreccio indissolubile di inseguimenti frenetici e gags continue. Non è un caso la nomination all'Oscar insieme a Lewis Milestone (con Una notte in Arabia) e Chaplin (con Il circo).
Se l'appuntamento fisso di questo Festival è il monumentale "The Griffith Project" - ormai giunto alla sua quarta puntata, e che si protrarrà fino al 2005 - la retrospettiva è stata dedicata all'opera di Louis Feuillaude. Assunto dalla Gaumont come sceneggiatore, presto diviene regista arrivando a totalizzare, alla sua morte (avvenuta nel 1925), ben ottocento opere. Attento a soddisfare i gusti del pubblico, lo ricordiamo per essere l'inventore di serie cinematografiche come La vie telle qu'elle est, Bout de Zan, Fantomàs, I vampiri, Barrabbas.
Quelle citate sono pellicole in cui un'evoluzione formale si manifesta ampiamente, anche se la bellezza si riscontra proprio nelle ingenuità narrativa e nello humour che nasce spontaneo dall'interpretazione di quegli attori che diventeranno veri e propri miti popolari e icone del cinema. Una tra tutte, Musidora nei panni della diabolica Irma Vep.
Accanto a questa retrospettiva si è distinta la sezione dedicata all'avanguardia tedesca degli anni venti. L'evidente volontà di raggiungere il "film assoluto" la si riscontra nelle pellicole di Lotte Reiniger (con le sue suggestive silhouettes), di Valentin oppure in quelle di Richter, Fischinger, Pel Jutzi oppure ancora nel Ruttmann di Berlino, sinfonia di una grande città (1927), film che ha costituito l'evento di chiusura.
E ancora bisogna menzionare la presenza di Madeleine Méliès, la nipote del mago di Montreuil, la cui instancabile opera di ricerca ha portato a duecento il numero delle opere ora conosciuto del famoso zio. Una quantità incredibile se si pensa che il totale ammonta a poco più di cinquecento e che subito dopo il secondo conflitto mondiale se ne contavano solo otto.
A questa proiezione eccezionale se ne è affianca un'altra altrettanto sbalorditiva. Si tratta del test sonoro effettuato nei laboratori Edison nel 1894. L'immagine di un uomo che suona il violino di fronte a un fonografo mentre due giovani danzano insieme (considerata un'icona gay) è stata affiancata al suono prodotto proprio da quel cilindro sonoro recentemente ritrovato e restaurato. Un momento emozionante se si considera che si sentono le voci eccitate precedenti l'inizio delle riprese.
Non sono mancati neanche ospiti di grande rilievo come, solo per citarne alcuni, Rick Schmidlin, David Bordwell, Andrè Gaudreault e la simpatica figura di Joseph von Stroheim, il figlio del grande Erich, che accompagnava la mostra fotografica dedicata al padre.
Ogni edizione della manifestazione si presenta sempre più completa, stupendo e divertendo al tempo stesso, ma si propone anche come imprescindibile punto d'incontro per studiosi e appassionati il cui valore è riconosciuto a livello mondiale.