ATTRAZIONI DIGITALI
La nuova tendenza del cinema contemporaneo si snoda su due binari che corrono paralleli. Da una parte si può apprezzare una produzione che, malgrado utilizzi codici sempre più indecifrabili, potremmo definire classica; dall’altra si assiste a una contro-produzione facilmente etichettabile come indipendente. Quest’ultima, anche se risulta complesso intuirne gli stilemi o le caratteristiche, ha fatto proprie le nuove tecnologie di ripresa leggera, a low budget, in una parola del digitale. A sei anni dalla frattura dogmatica, i nuovi imperativi imposti da Von Trier e compagni si sono dissolti nella mastodontica produzione mondiale per essere assimilati, rivoltati e assoggettati a nuove leggi di mercato e di consumo.
Ciò che era nato per combattere il cinema del passato (o quantomeno per deriderlo!) è diventato la normalità del presente. Ormai un gran numero di cineasti di tutto il mondo sperimenta il nuovo mezzo senza quella volontà dissacratoria che invece guida, o forse è già meglio dire guidava, la volontà dei registi nordici. La contaminazione - per utilizzare un termine tanto logoro quanto calzante soprattutto nella sua connotazione negativa - tra le varie arti, soprattutto quelle visive, sembra completata. Pellicola e video digitale sono supporti antitetici che concorrono al medesimo scopo: l’intrattenimento. La camera a mano e la sporca sgranatura del digitale non costituiscono più elementi di disturbo. Il pubblico e la critica si sono abituati e questo non può essere altro che la lapide dell’avanguardia.
Se pertanto qualche numero addietro ci siamo interrogati sul cambiamento del linguaggio apportato da questa nuova rivoluzione, adesso insisteremo sulla differenza dei supporti e della loro fruizione. Internet, la videoarte, il Dogma 95 come l’InDigEnt, solo per citare alcuni esempi, hanno contribuito e contribuiscono ad un nuovo modo di vedere, ad una differente maniera di percepire la nostra realtà, ormai sempre più schizofrenica e decomposta.
Inerente all’indagine delle diverse forme del reale è lo speciale sul cinema contemporaneo giapponese, fucina di nuovi talenti come di suggestioni e innovazioni linguistiche. E per quanto riguarda i nuovi talenti la Focalizzazione di questo numero è dedicata ad Alejandro Amenàbar, ambizioso regista spagnolo che sta facendo molto parlare di sé soprattutto dopo aver firmato la regia di The Others, il film presentato in concorso all’ultima edizione della Mostra del cinema di Venezia.