Un mondo perfetto: le pubblicità cinematografiche dei fratelli Pagot
di Alfredo Santoro
Un mondo perfetto dove per ogni problema c'è la soluzione, dove l'industrializzazione e la modernizzazione della società non hanno alcun effetto negativo e portano all'"uomo moderno" una serie di benefici, di sogni, di progetti e di soluzioni mai avuti prima; ma anche un mondo perfetto colorato, pieno d'inventiva e di originalità, assolutamente ingenuo visto con gli occhi odierni, e che in pieno dopoguerra e in attesa del "boom" rappresentava uno dei tanti fattori che spingevano una società italiana tutta da rimodellare a trovare la fiducia per rialzarsi, sedotta dal fascino ambiguo e ammaliante di quei prodotti dalle confezioni tanto curate, e forse per la prima volta alla portata di fasce di popolazione sempre più ampie.
Un mondo perfetto è l'appropriato titolo scelto per la raccolta di corti cinematografici pubblicitari (i genitori di Carosello, insomma) realizzata dagli studi Pagot tra il 1946 e il 1957: corti acquisiti e restaurati dalla Fondazione Cineteca Italiana di Milano, e inseriti all'interno della seconda parte della Storia segreta del Cinema Italiano curata nel 2007 dalla Mostra del Cinema di Venezia – nonché mandati in onda negli stessi giorni dal solito encomiabile Fuori Orario.
Una raccolta capace di stimolare e di agglomerare svariati interessi e campi di indagine: da quelli sulla storia della pubblicità a quelli storici e sociologici, fino ad arrivare a quelli più strettamente cinematografici, visto che sono l'ennesima dimostrazione della fervida attività in cui erano immersi i fratelli Nino e Toni Pagot fin dagli anni '40, pionieri fondamentali e quasi dimenticati (si deve probabilmente alla costante fortuna di Calimero la memoria del loro nome nella memoria collettiva!) nel campo del cinema d'animazione italiano.
La struttura è quella in voga ai tempi, e che verrà utilizzata anche da Carosello, con una lunga storia autonoma che solo nel cosiddetto "codino" finale svela il nome e il marchio del prodotto pubblicizzato: per la Pagot Film si tratta dell'occasione per realizzare dei brevi gioielli di tecnica, ritmo e soluzioni visive e narrative. La prima cosa che balza agli occhi infatti è l'immediatezza dei personaggi e delle animazioni, che seppur evidentemente "primitive" (la prima cosa che balza all'occhio in parecchi corti è la poca fluidità con cui spesso i personaggi si muovono) non mancano mai di inventiva ed ingegno per trovate e soluzioni stilistiche.
I Pagot per loro stessa ammissione erano "figli di Walt Disney": ed è senza dubbio alla produzione Disney degli anni '40 che i due fratelli hanno sempre guardato (non solo in questo contesto), tra personaggi dalle fattezze tondeggianti, colori vivaci e la presenza quasi costante di canzonette-jingle realizzate per l'occasione, cantate dal Quartetto Cetra nell'inconfondibile stile che da solo basterebbe per identificare lo Zeitgeist di cui i corti sono comunque pregni.
Ecco allora una galleria di personaggi e situazioni spesso surreali, di animali antropomorfi simpatici e divertenti: il gallo zoppo che raggiunge la casa dei parenti per i regali ai nipoti-pulcini e la cicogna-fattorino (evidentemente ispirata da Dumbo) che porta il nuovo nato ai due genitori in attesa (neonato che si trasformerà in Sartisoda, ultimo arrivato tra i prodotti realizzati dalla Sarti); i microbi dispettosi che combattono la propria guerra contro l'igiene cercando di conquistare il corpo umano, e addirittura un giovane Mike Bongiorno inviato al Salone Internazionale dell'Auto di Torino, tra auto bizzarre degne di figurare in Cars.
Come si diceva è stupefacente l'inventiva tecnico-narrativa nel realizzare questi corti: quelli della Kremliquirizia Elah per esempio sono girati dal vero ma con la fotografia iperrealista e con gli sfondi dipinti su pannelli per ricreare l'idea del cartone animato; oppure quello della Pibigas, dove dopo aver assistito ai litigi di una coppia di novelli sposini, una rondine "in regia" decide di riportare indietro il film e far ricominciare la storia da capo (ma questa volta donando loro una bombola di gas, simbolo di un incremento dello stile di vita che oggi ci appare molto più che scontato!)
Menzione particolare per i corti che mostrano l'evoluzione dell'uomo in un dato campo, dai primordi fino al "giorno d'oggi" di 50 anni fa: splendido "L'eterno problema", che racconta dei bizzarri tentativi dell'uomo per riuscire a sfamarsi e che parte dall'era preistorica per giungere inevitabilmente all'"epoca moderna della bomba atomica e dell'era del progresso", con un uomo sempre più immerso in ritmi lavorativi oppressivi e che una volta giunto a casa può finalmente ritemprarsi gustando la carne Simmenthal, "il cibo dei nostri giorni". Oppure "La ruota", dove dopo una cavalcata tra le epoche storiche si arriva finalmente ai giorni dei pneumatici Pirelli, sicuri e confortevoli contro ogni tipo di "vibrazione" provocata dalla strada.
L'antologia realizzata dalla Cineteca Italiana di Milano è una testimonianza splendente di un periodo storico dove la speranza per un futuro a portata di mano era patrimonio comune di milioni di persone, ed era veicolata dalla possibilità di poter migliorare la propria esistenza e quella di un'intera società, grazie allo sviluppo industriale e tecnologico che permetteva a tutti di godere di un nuovo benessere grazie all'acquisto e all'utilizzo di merci sempre più sofisticate e di qualità; il cinema dei Pagot ne è stato illustratore sublime e non banale (e gli "spot" di Carosello – per quanto efficaci - rappresenteranno una necessaria volgarizzazione di quelli realizzati per il cinema) capace di mettere i propri sogni in Technicolor al servizio di una immensa trasformazione sociale.