Giuseppe Bertolucci
Segreti segreti
di Gabriele Perrone
Giuseppe Bertolucci in Segreti segreti tenta di raccontare un periodo storico che nel cinema italiano trova ancora oggi poco riscontro, cioè il terrorismo; e lo fa negli anni ottanta (periodo di ambientazione della stessa storia) quando regna quel cinema triviale, spazzatura che con il suo tanfo inquina ancora oggi le sale e i festival del bel paese.
Attraverso una chiave di lettura originale, la donna come custode del racconto a partire dalla sua forma elementare, intreccia diverse storie femminili sconvolte da un attentato brigatista avvenuto in una Venezia rappresentata come una prigione; un labirinto di vicoli bui e la piazza dell'attentato stretta da piccole case ammassate su essa. Laura (Sastri) è una brigatista autrice di un duplice omicidio (il magistrato obiettivo dell'attacco ed un compagno esitante) e filo conduttore della storia che attraversa sei donne diverse, in un film che sembra basarsi sul rapporto madre-figlia. Laura è altoborghese e idealista, si confronta prima con la tata (Alida Valli), custode della sua infanzia e innocenza, e prima donna ad essere travolta dagli effetti della sua azione estrema, infatti scappa apparentemente senza motivo lungo un sentiero sterrato chiudendo alle sue spalle il cancello del casolare, come ad indicare il destino della protagonista.
E' qui che il racconto si manifesta per la prima volta come strumento narrativo e depositario dei segreti; basta solo uno scambio di sguardi per svelare tutto, e se non importa sapere cosa si è diventati, importa invece la perdita di quella identità con la quale ci si conosceva. Ma l'effetto causato non è sempre la fuga, la madre Marta (Massari) non regge il confronto con la Storia che la schiaccia; si uccide gettandosi dalla finestra al momento dell'arresto della figlia. Occhi increduli di fronte agli eventi storici e personali sono quelli della giovanissima Francesca (Ceccarelli), che impietrita vede un suicidio riuscito, quello alla quale la depressa madre Renata (Sandrelli) era scampata. Gli occhi intensi della terrorista si confrontano ancora con quelli di Giuliana (Melato), giudice che esegue l'interrogatorio ma in forma distaccata, perché sconvolta dalla scoperta del tradimento da parte del marito. Ultima donna coinvolta nei fatti e costretta a tornare al passato è Rosa (Boschi), proletaria sorellastra del compagno terrorista ucciso. Qui come per la protagonista il conf ronto è duplice; quello con la madre, (Podestà) sullo sfondo dell'Irpinia distrutta dal terremoto (forma speculativa dove è evidente la chiave interpretativa basata sull'effetto provocato dall'avvenimento), che manifesta menefreghismo di fronte agli avvenimenti, e quello con la terrorista Laura; qui la protagonista esprime la necessità di dichiararsi ma tutto avviene sempre in modo velato, attraverso un sottile gioco di sguardi, avvolte intensi avvolte freddi. Tra tutte le interpretazioni quella della Sastri, indifesa e rapace, vola sulle altre rendendosi di incontenibile bravura.
Il regista affronta il fenomeno del terrorismo in un'ottica imprevedibile, ribaltando ogni fatto prima in un riverbero interiore e solo inseguito sociale; ma nonostante la costruzione a puzzle della storia, il risultato si perde in troppi segreti lasciando gli effetti ad un abile costruzione di sguardi e scenografie. Segerti segreti è in fine l'ennesima pellicola che si aggiunge a quel panorama scarno di cinema italiano che sul genere continua ad essere timido e distante.
SEGRETI SEGRETI
(Italia, 1985)
Regia
Giuseppe Bertolucci
Sceneggiatura
Giuseppe Bertolucci, Vincenzo Cerami
Montaggio
Nino Baragli
Fotografia
Renato Tafuri
Musica
Nicola Piovani
Durata
100 min