Hironobu Sakaguchi
Final Fantasy
di Paola Infelise
Anno 2065. La terra, invasa da creature aliene liberate dallo schianto di un meteorite, appare come un luogo desolato, buio e freddo. Città barricata di New York, Città barricata di San Francisco sono i soli luoghi in cui la vita può continuare, senza libertà, senza amore, senza cielo. L'unico modo per salvare il pianeta dalla definitiva catastrofe è liberarla dai Fantom, i mostri fluidi e trasparenti che seminano morte e terrore infettando le persone e insinuandosi nei loro corpi rubandone l'anima. La difficile salvezza è raggiungibile, secondo il generale Hein, attraverso l'utilizzo del raggio Zeus, in grado di uccidere i Fantom. La dottoressa Aki Ross e il dottor Sid lavorano però da anni ad un progetto che potrebbe risolvere la situazione e che parte dal presupposto che lo spirito della Terra, Gaia, sia vivo e sarebbe distrutto dall'utilizzo del laser. Solo trovando e unendo gli unici otto spiriti rimasti in vita si può ridare a Gaia la libertà originaria e fare in modo che anche i Fantom (in realtà mai invasori, ma solo creature terrorizzate dalla fine tragica del loro mondo) siano pervasi dal suo spirito. La dottoressa, guidata da un sogno ricorrente che le rivela la natura dei Fantom, appoggiata dal suo maestro e aiutata dalla squadra militare Deep Eyes (futuristic human warriors), riuscirà (ovviamente) a raggiungere il suo scopo. Questa è la trama, forse banale, forse scontata... ma Final Fantasy è molto di più della storia che racconta, è tanto impressionante e incisivo visivamente quanto drammaticamente prevedibile, nonostante rispetto agli episodi precedenti del videogioco (con i quali non ha alcun legame essendo personaggi, luoghi e avvenimenti totalmente originali) sia più complesso, non solo perché vi si sfiorano argomenti come il rapporto tra vita e morte, ma anche perché film d'azione e non puro fantasy, per assecondare, pare, i gusti del pubblico statunitense.
Basato sull'omonimo videogame, il film scaturisce dalla fantasia del regista e creatore del gioco interattivo Hironoby Sakaguchi. Frutto di una tecnica di animazione innovativa, i personaggi sono creati totalmente al computer e raggiungono un grado di credibilità che non ha precedenti, nonostante la tecnica digitale sia stata usata con buoni risultati in altre occasioni (si pensi, nell'ultimo anno, a Shrek). Final Fantasy è un sorprendente connubio tra la debordante fantasia del suo autore e la tecnologia sofisticata che riesce a darle vita, supportata dai due sceneggiatori, Al Reinert e Jeff Vintar. Ne scaturisce un film di animazione iperrealista, interamente in computer grafica ma basato su disegni originali che traggono ispirazione da giornali, fotografie, volti e immagini reali proprio perché è al reale che si vuole rimandare lo spettatore.
Non esiste alcun set, bensì un mondo renderizzato in 3D in cui forme artificiali si muovono e parlano. Su ogni semplice forma (poligono), priva di aspetto esteriore e perciò trasparente, dell'oggetto o del personaggio da animare, i grafici di Final Fantasy hanno applicato, attraverso il software render, una texture, ossia l'immagine elaborata che dà concretezza al poligono di partenza. Se si pensa che questa tecnica è stata adoperata non per ogni singolo personaggio ma per ogni suo muscolo, per i suoi vestiti e addirittura per i suoi capelli, si riesce ad immaginare la complessità della intera realizzazione. Grazie a volti dettagliati e realistici ai quali sono state applicate rughe (Gray) o lentiggini (Aki), a corpi che si muovono "umanamente" grazie ad un sistema di "motion capture" che registra la contrazione e l'allungamento dei muscoli reali, rendendo possibile replicarne virtualmente i movimenti, Aki, Gray, il dottor Sid ecc. risultano infine veri e propri visual actors (in molti hanno fatto notare la somiglianza tra il capitano Gray Edwards, bello e coraggioso, e Ben Affleck).
Ci sono voluti quattro anni per portare a termine il progetto di Final Fantasy, fortemente voluto dai due produttori Chris Leer e Jun Aida che hanno raggruppato un team di tecnici per metà giapponese e metà americano facendoli lavorare alle Hawaii e il risultato è sicuramente all'altezza delle aspettative (e del costo pare molto elevato dell'operazione), dato che il film (se ancora di pellicola si può parlare) è stato definito da molti, senza timore di essere smentiti, tecnicamente rivoluzionario. Se nemmeno per un attimo, di fronte ad Aki e agli altri protagonisti, siamo tratti in inganno e crediamo di essere di fronte alla realtà, riconosciamo però loro il pregio di una convincente verosimiglianza rimpiangendo che per tali prodigi tecnologici non si sia creata una storia altrettanto originale.
FINAL FANTASY
(Usa, 2001)
Regia
Hironobu Sakaguchi
Sceneggiatura
J. Vintar, Al Reinert
Montaggio
Christopher S. Capp
Fotografia
Motonori Sakakibara
Musica
Elliot Goldenthal
Durata
106 min