Oliver Stone
Natural Born Killers
Mickey e Mallory Knox sono la coppia di assassini più perversi ed "acclamati" della storia del cinema.
In un film dove il gioco tra colore e bianco e nero sembra far parte integrante della storia, si fissano facilmente nella memoria degli spettatori oggetti cult difficili da dimenticare: gli occhialini rotondi dalle lenti rosa di Mickey (Woody Harrelson), i pantaloni verdi di Mallory (Juliette Lewis) e la loro macchina rossa che sfreccia seminando terrore sulla statale 666.
Colori lancinanti protagonisti di un racconto "on the road", di un viaggio senza una meta che pare il frutto di una dose di allucinogeni.
Immagini, ancora colori, animali, personaggi, disegni animati: un flash continuo di adrenalina, di fremiti e pulsazioni dai ritmi incalzanti, da videoclip.
Il rosso del sangue, del fuoco, della macchina, della bambola lanciata dal ponte dopo la fuga da casa e il verde degli oggetti, dei luoghi (basti pensare all Drug Zone), della torta, della luce del carcere sono i colori predominanti del film e rappresentano appositamente i due concetti chiave dell'intera vicenda: i legami e la libertà.
I Knox uccidono e provano piacere nel farlo, per liberarsi dalle oppressioni che li hanno resi schiavi nei rapporti con i loro genitori, con la loro famiglia: le 53 vittime sono solo un apparente motivo di felicità. Ma anche l'assassinio, per quanto a loro possa sembrare uno sfogo in grado di condurli alla libertà (di pensiero, di azione, di sentimenti) è in realtà un altro vincolo, un altro legame di cui sembrano non poter fare a meno.
Le immagini del lupo, dell'aquila e del serpente che aprono il film sono subito affiancate da quella di un camion che sfreccia sulla strada quali simboli di una libertà che solo il vecchio indiano pare possedere.
Gli animali sono liberi, ma lottano per la sopravvivenza e i coniugi Knox ("sposati" su un ponte attraverso un "patto di sangue") sembra facciano lo stesso. Insomma: uccidono per essere liberi, per andare incontro al loro destino.
Vengono condannati, ma solo parzialmente perchè in realtà si scopre che la gente li ammira, li idealizza, li difende e in un certo senso li approva.
Anche le immagini dei loro omicidi per quanto brusche e decise, in realtà non terrorizzano, ma raggiungono quasi il grottesco.
I cartoni animati coprono le scene più violente: sono le loro caricature ad uccidere, non Mickey e Mallory in carne ed ossa: loro sono innocenti. Gli omicidi che compiono derivano dalle costrizioni di una realtà falsa ed ingiusta di cui i loro genitori non erano che insignificanti esempi, semplici capri espiatori.
I veri colpevoli sono altri: la televisione, i giornalisti, i poliziotti, la società nel suo complesso. Questo è ciò che vuole sottolineare Oliver Stone attraverso un montaggio veloce, colori irreali, parodie e scene dall'iconicità predominante, protese a catturare l'attenzione dello spettatore con scelte stilistiche frastornanti e caricaturali.
Non si può dimenticare a questo proposito la presentazione surreale che viene fatta della famiglia di Mallory, un esempio di sit-com capace di rappresentare per assurdo un preciso stile di vita, qui messo in discussione e ridicolizzato all'estremo.
Mickey e Mallory sono il frutto di un mondo depravato e irrispettoso fatto di agenti corrotti ed esibizionisti, di uomini pronti a morire per la loro vanità.
Nessuno però, come viene ricordato spesso all'interno del film, può fermare il destino: i coniugi Knox devono restare uniti viaggiando ancora verso il futuro, nella continua e assillante ricerca di se stessi percorrendo l'unica "strada"che non pone limiti: quella verso la libertà.
NATURAL BORN KILLERS
(USA 1994)
Regia
Oliver Stone
Sceneggiatura
Oliver Stone
Montaggio
Oliver Stone
Fotografia
Robert Richardson
Musica
artisti vari, curata da Trent Reznor
Durata
118 min