Abel Ferrara
The Addiction
di Luca Aimeri
The Addiction è una sorta di manifesto del cinema del duo (ora scioltosi) Ferrara e St.John, regista e sceneggiatore: un cinema di confine che si alimenta di genere per slegarsene e proiettarsi verso una complessa dimensione cerebrale nei cui labirinti esiste soltanto la guida incerta di un protagonista disperato, spaesato, perduto.
La vicenda della studentessa di filosofia Lili Taylor che, morsa dalla vampira Annabella Sciorra, si trasforma a sua volta in una creatura della notte, solo relativamente è riconducibile all'horror: di quest'ultimo non resta che un riflesso a livello iconografico e formale (espliciti i riferimenti a Murnau e Dreyer nelle sofisticate architetture visive, nel ricercato gioco di luci ed ombre di sapore espressionista, nell'elegante e pieno sfruttamento delle potenzialità del bianco-nero).
Ferrara e St.John prendono a prestito la figura del vampiro per affrontare il problema della dipendenza dalla droga. Ma questo è solo un primo livello: la metafora risulta presto sporca, inquinata, in quanto svelata; il piano simbolico viene incrinato dagli sviluppi della sceneggiatura che ne scoprono valenze e significati: la vampira inizia a dipendere sia dal sangue che dagli stupefacenti, e la metafora sembra perdere di efficacia e di senso. Non si tratta tuttavia di ingenuità degli autori, o di un errore per eccesso di furore didascalico; al contrario, viziando la figura retorica, riescono a liberarsi dei suoi limiti, permettendo al discorso di ampliarsi.
Ferrara & St.John partono da un problema specifico, una determinata manifestazione del Male e le sue dinamiche, per poi tentare, induttivamente, di rintracciarne ingranaggi e sistemi più ampi seguendo il percorso del personaggio.
Percorso che, come nelle opere precedenti (e seguenti), costituisce una sorta di via crucis autolesionistica: una estrema ricerca di una qualsivoglia forma di redenzione, che implica l'innalzamento del tasso di abbrutimento attraverso la sperimentazione del male in ogni forma, nella speranza di un martirio. È il cinema, rigorosamente "nero", firmato Ferrara e St.John: il peccato come colpa e soprattutto condanna, impurità che resta 'in circolo', impossibile a riassorbirsi; la Storia non esiste.
Tutto ciò che siamo è eternamente con noi. La domanda che dobbiamo porci, quindi, è: che cosa potrà salvarci dalla nostra folle propensione a propagare il male in cerchi sempre più ampi? Sfruttando appieno lo status di laureanda in filosofia della protagonista, concedendole il massimo dello spazio grazie alla voce narrante, gli autori radicalizzano la messa in discussione: gli interrogativi si alimentano di storia, di filosofia, di cultura a trecentossessanta gradi, spingendo verso un cortocircuito totale.
Ogni porta che viene aperta rivela la fatiscenza che vi si nasconde: qui sta il vero orrore, nella mancanza di argomentazioni contrarie - non resta che la fede, che è l'antitesi del processo logico e che risulta il punto di approdo finale, estremo, della protagonista. Finalmente un esterno luminoso, dopo un ininterrotto interno-notte; finalmente il silenzio, dopo un soliloquio disperato.
THE ADDICTION
(Usa, 1994)
Regia
Abel Ferrara
Sceneggiatura
Nicholas St. John
Montaggio
Mayin Lo
Fotografia
Ken Kelsch
Musica
Joe Delia
Durata
82 min