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Con
quattro anni di anticipo la Bigelow ha portato sul grande schermo l'attesa,
i preparativi, le paure e l'istante in cui Los Angeles ha oltrepassato
la fine di un'epoca. Una città come un'altra, o forse un luogo
preso ad esempio non a caso. Un incrocio di violenze, di indifferenza,
di superficialità e di grande solitudine sono lo sfondo necessario
ed evidente di quella popolazione futura che ormai è diventata
attuale. Un mix di emozioni e sentimenti che rispecchiano la vita dell'uomo
in un qualsiasi ipotetico angolo della terra.
Lenny Nero, ex poliziotto, vive nella solitaria e inconsapevole ricerca
di se stesso. Come lui, si muovono in un turbinio di musiche, luci psichedeliche,
confusione e violenza, gli abitanti di una città priva anch'essa
della propria identità.
La giustizia si macchia di crimini terribili, di omicidi e di violenze
gratuite. Il razzismo non è ancora sconfitto. Le persone di colore
sono messe all'indice proprio da quegli individui che per primi dovrebbero
incarnare la sicurezza e l'onestà cittadina. Il film è
un'immagine cruda di una realtà portata sullo schermo utilizzando
soggettive e piani sequenza mozzafiato. Grazie alla tecnologia, l'uomo
moderno si appropria della vita di altre persone: vede con i loro occhi,
e sente le loro emozioni. E' lo squid, che consente attraverso un complicato
videoregistratore cerebrale di rivivere esperienze vissute da altri.
Il rischio è grande: oltre ad essere proibito dalla legge, può
infatti anche danneggiare irrimediabilmente il cervello. Le soggettive
consentono un'identificazione totale.
L'adrenalina scorre velocemente nel corpo di chi indossa lo squid e
anche nello spettatore, che è condotto in un vortice di emozioni
vissute indirettamente dal protagonista del film. Non si può
parlare in questo caso, di una semplice identificazione con il personaggio
che ha di fronte, in quanto spesso la realtà è quella
suscitata dalle emozioni di altri soggetti.
Di fronte al film lo spettatore si identifica con il protagonista,
ma la sua alienazione va oltre: nel buio della sala vive, sente e vede
momenti e sensazioni di terzi personaggi, come se indossasse lui stesso
il pericoloso marchingegno. Lenny vende e compra i pezzi di vita reale
tranne il black jack: la morte in diretta. Lui non la commercia, perché
l'impatto è troppo violento. E' però costretto a viverla,
trovandosi pericolosamente immischiato in una serie di delitti firmati
da uno psicopatico. Cercando di aiutare Faith, una belloccia che aspira
al successo musicale, riesce poco per volta a superare gli ostacoli
che lo allontanano dalla vita reale. Vive nel circuito assaporando ciò
che non può avere, il frutto proibito, l'essenza di ogni attimo
di vita. Attimi scanditi nei giorni che precedono il Capodanno più
ambito del mondo.
Lenny è l'uomo magico, il "Babbo Natale del subconscio".
Lenny spaccia pezzi di vita di altri, perché non ne ha una sua.
Vive di emozioni usate, di ricordi che sono fatti per svanire. Nel delirio
collettivo della notte del 31 dicembre 1999, negli ultimi attimi di
questo secolo la città di Los Angeles si ribella alle ingiustizie,
grazie all'esempio di un bambino di colore. Quel bambino sembra il figlio
di Lornette Mason, l'unica amica di Lenny, e non è un caso che
questa amicizia sia anche la sola nata in seguito ad un gesto d'amore,
e quindi l'unica ad essere vera. L'abbraccio finale dei due protagonisti
è chiarificatore. L'inseparabile valigia di Lenny, in cui erano
riposte centinaia di esperienze altrui, con i loro problemi e le loro
paure, d'ora in poi resterà per sempre chiusa.
Il fardello non peserà più né a Lenny, né
agli abitanti di Los Angeles. Con il 2000 è iniziato il riscatto
dell'uomo, ed il temuto futuro si è concretizzato in un rassicurante
presente. Finale positivo per un film che porta inevitabilmente con
sé gli interrogativi su un futuro che ormai è alle porte.
Il mondo attende che, come nel film, con il nuovo secolo la vita cambi
il suo corso e sia in grado di riscoprire valori troppo spesso dimenticati.
Nel mondo della tecnologia avanzata e delle grandi scoperte scientifiche,
l'uomo del terzo millennio, come Lenny Nero, deve essere consapevole
dell'importanza della propria esistenza senza ricercare negli altri
ciò di cui necessita, ma ricordandosi che la vita futura non
sarà nient'altro che un imminente presente.
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