The Cell
 
Tarsem Singh, genio indiano della pubblicità, celebre per gli spot e i videoclip realizzati ed indiscusso talento visionario dell'universo audiovisivo, con The Cell offre un esempio calzante della preponderanza assoluta della forma filmica sul piano contenutistico e drammatico.
La storia appare come un mero pretesto: le indagini per trovare il luogo in cui un pericoloso psicopatico ha nascosto una giovane per seviziarla e ucciderla offrono soltanto il marginale impianto narrativo che Tarsem aggira puntando apertamente sulle sequenze oniriche, disgregando il tessuto organizzato della vicenda per inserirvi la sua lussureggiante iconografia caratterizzata da delirio visivo, colori squillanti e sovradeterminati, vertiginosi tagli delle inquadrature, citazioni che mischiano magistralmente cultura alta con deformazioni pop e riferimenti al passato della storia del cinema (si passa senza soluzione di continuità da Salvador Dalì a Hieronymus Bosch, passando attraverso le suggestioni tratte dalla favola di Biancaneve e dalla casa di Barbie, senza citare Powell, Pressburger e Demme).
E così surrealismo ed incubi fiamminghi si legano a doppia mandata con l'espressionismo pubblicitario mostrato in passato e con le variazioni di ritmo, l'ipertrofia e il cromatismo del videoclip. La narrazione procede attraverso l'unicità dei suoi quadri e non per manifeste consecuzioni spazio-temporali, per artefatte e sofisticatissime immagini e non in virtù di una determinante logica di implicazione causale. Una concezione fatta di pulsioni e non di esposizione, per un cinema che mostra e stupisce non raccontando.
THE CELL
(Usa, 2000)
Regia
Tarsem Singh
Sceneggiatura
Mark Protosevich
Montaggio
Paul Rubell
Fotografia
Paul Laufer
Musica
Howard Shore
Durata
121 min