Wim Wenders
Same player shoots again
Fra i cortometraggi giovanili di Wenders Same player shoots again è senza dubbio quello che sorprende maggiormente.
Il film è composto da 8 inquadrature. Le 2 inquadrature iniziali presentano spazi vuoti (una stanza con un televisore acceso, una cabina telefonica); le 5 inquadrature centrali sono composte dalla stessa ripetuta per cinque volte, e sono seguite dalla scritta TILT. Nell'inquadratura finale vediamo il volto di un uomo steso all'interno di un'automobile in corsa.
Possiamo individuare già gli elementi espressivi che costituiranno la poetica del regista tedesco: gli spazi vuoti, l'auto con il paesaggio che scorre, elementi che si ripresenteranno nei cortometraggi seguenti a partire da Silver City e Alabama/2000 Light Years. La parte centrale resta invece misteriosa e particolarmente significativa se la accostiamo a tutta la produzione di Wenders.
La macchina da presa, con una carrellata laterale, inquadra dalla vita in giù un uomo che cammina barcollando e che ha in mano un fucile. Questa lunga inquadratura viene ripetuta 5 volte, ciascuna con un viraggio diverso (prima la vediamo in bianco e nero, poi in verde, in giallo, in rosso, in blu). Dopo questa serie compare la scritta TILT.
Anche senza vedere il corto si può ben immaginare l'effetto che una tale visione può dare: stupore e rapimento. "Per me aveva molto a che fare con i flipper...in senso visivo era come avere cinque palline a disposizione" dice il regista. Da qui deriva anche il titolo (Lo stesso giocatore spara di nuovo) riferito al flipper, al personaggio che ha il fucile in mano e, se vogliamo, anche al regista, che dopo aver caricato la sua macchina e effettuato la ripresa mette in serie il girato.
La presenza della serialità indirizza il discorso verso l'avanguardia americana degli anni '60 e verso la modernità. I "loop film", o il "culto dell'uguale" di Andy Warhol, sono collegati a questa riflessione di Wenders. La ripetizione sistematica attiva il nostro sguardo: "Ci si accorge di vedere perché si è costretti a vedere il medesimo in un sistema di ripetizione dell'uguale". (P.Bertetto, Minimalismo eidetico, in P.Bertetto (a cura di) "Il grande occhio della notte", Lindau. Torino, 1992, p.145)).
In Wenders, già in questo corto (che può essere considerato come la sua prima opera), si pone il problema dello sguardo e della visione. La scritta TILT che chiude questa serie di 5 inquadrature sottolinea l'aspetto ludico del corto.
La dimensione del gioco è un'altra componente della modernità, il colorare la pellicola è certamente un'operazione ironica così come il disvelamento del montaggio: ogni volta che l'inquadratura ricomincia si avverte uno sbalzo, un salto, dovuto alla diversa velocità del movimento all'inizio e alla fine dell'inquadratura. Si percepisce in questo modo il film nella sua essenza, nel suo farsi e nel suo ricominciare.
E' possibile vedere una GIF animata delle inquadrature che compongono il cortometraggio sul sito ufficiale di Wim Wenders.
Altri corti
SCHAUPLÄTZE
Ger, 1967, b/n, 10'
KLAPPENFILM
Ger, 1967, b/n, 4'
SILVER CITY
Ger,, 1968, b/n, 25'
ALABAMA/2000 LIGHT YEARS
Ger, 1968, b/n., 22'
POLIZEIFILM
Ger, 1969, b/n., 12'
3 AMERIKANISCHE LP'S
Ger, 1969, col., 15'
REVERSE ANGLE: NEW YORK CITY, MARCH 1882/ QUAND JE M'EVEILLE
Fra, 1982, col, 17'
ARISHA, DER BAR UND DER STEINERNE RING
Ger, 1994, col, 31'